Quale può essere un regalo per il mio collega tifoso di calcio? La casacca crociata è quella che accompagna la storia del Parma fino al 1951 quando, per ragioni scaramantiche, viene decisa la sua sostituzione dapprima con una maglia palata gialloblù e poi con una divisa blu con maniche gialle. Oggi‚ grazie a tecnologie avanzate e piattaforme online‚ chiunque può dare vita alla propria divisa da sogno‚ sia per uso personale che per una squadra amatoriale. La jersey casalinga 2013-2014 era totalmente azzurra, eccezion fatta per gli inserti in maglieria – in bianco con due righe azzurre ciascuno – che avvolgevano esclusivamente i lati del collo, il cui orlo, dal taglio sagomato, si incuneava anteriormente nel corpino con una punta pronunciata, sebbene lo scollo a «V» fosse appena accennato. Angelo Volpato partecipò ai Giochi del Mediterraneo nel settembre del 1963 (il cui torneo calcistico era riservato nazionali giovanili), disputando 4 gare e realizzando 3 gol. Giacomo Libera giocò una gara con l’Italia Under 23 il 29 settembre 1974 contro la Jugoslavia (2-2), realizzando un gol. Nestor Combin fu convocato per il mondiale 1966 con la Francia: disputò una sola partita, contro il Messico. Dopo di lui nessun altro tesserato varesino sarà più convocato nella Nazionale maggiore italiana.
Nei primi decenni della sua storia il Varese svolse le proprie attività presso campi da gioco scarsamente attrezzati, siti in differenti quartieri della città: uno dei primi terreni era ubicato presso via Sanvito Silvestro, poi sostituito da un altro nel rione di Casbeno e dopo ancora dal prato della località Bettole (ove successivamente verrà edificato l’ippodromo varesino). Più volte ampliata e ristrutturata nei decenni successivi, l’arena nel secondo dopoguerra fu dapprima rinominata stadio di Masnago e infine, a seguito della tragedia di Superga (1949), assunse l’intitolazione ufficiale di stadio Franco Ossola, in memoria del giocatore varesino militante nel Grande Torino. Al termine della stagione 2012-2013, conclusa con il mancato accesso ai play-off all’ultima giornata, Rosati (in procinto di entrare nei quadri dirigenti del Genoa) cedette la proprietà e la presidenza del club a Nicola Laurenza, già da tre stagioni sponsor principale dei biancorossi. Nel 1962-1963 viene centrata la promozione in Serie B, dopodiché a stretto giro arriva pure la storica promozione in Serie A, al termine del campionato 1963-1964. Al contempo si registra l’ingresso in organigramma dell’imprenditore Luciano Filiberti, patron della Argo (assieme al fratello Lucio), che nel 1964 assume la presidenza e la tiene fino al 1966, quando la rileva nuovamente Giovanni Borghi, che trasferisce la gestione societaria a Comerio presso il quartier generale Ignis.
Il successivo campionato, portato a termine con difficoltà (sia pure con la vittoria in Coppa Italia Dilettanti Lombardia) e in un quadro di crescente crisi economico-amministrativa, si conclude con l’ulteriore fallimento societario, proclamato ufficialmente il 12 agosto 2019. A seguito di ciò nessuna società si propone per subentrare formalmente alla tradizione sportiva biancorossa, che pertanto dalla stagione 2019-2020 si deve ritenere quiescente. 2018 – Cambia denominazione in Società Sportiva Dilettantistica Varese Calcio S.r.l. La società venne fondata nell’estate 2017 come fusione del Chênois precedente con il Servette maschile, del quale ripropone tenute di gioco e colori sociali, rilevandone il posto in Lega Nazionale B, secondo livello del campionato svizzero, per il campionato 2017-2018. Dopo una sola stagione in cadetteria la squadra ha vinto il campionato accedendo così alla Women’s Super League. I dettagli presenti pressoché in tutte le varianti adottate sono tuttavia la lettera V di Varese e i colori bianco-rossi. Nel 1926-1927 i colori del club furono mutati in bianco e rosso, per uniformarsi agli storici colori della città di Varese. Nel 1983 per la prima volta lo stemma sociale fu ricamato sulle maglie da gioco: esso era di forma circolare e presentava al centro una stilizzazione del monogramma VC (Varese Calcio) in rosso, affiancata da un pallone da calcio.
Sul retro, alla base del collo, era ricamata in bianco la scritta SSC NAPOLI. La luce era abbacinante e ogni foglia d’albero stillava le ultime essenze della propria linfa. A giro e di potenza, «foglia morta» e «maledetta», tecniche che hanno conosciuto interpreti memorabili in Italia: si va da Del Piero a Recoba, da Mihajlovic ad Adriano oltre a Zico, Platini, Baggio e Zola fino a Pirlo. La stagione successiva conquista il primo trofeo nazionale della sua storia, la Coppa Italia: il 14 maggio 1992 batte in finale la Juventus per 2-0, (Melli e Osio), dopo aver perso all’andata per 1-0. L’anno dopo il Parma conquista il primo trofeo europeo: la Coppa delle Coppe, vincendo in finale per 3-1 contro l’Anversa a Wembley (reti di Minotti, Melli e Cuoghi). Ai sensi dell’evoluzione delle normative del calcio italiano in merito alle sponsorizzazioni, fino al 1978 le maglie da gioco del Varese non recarono su di esse alcun marchio commerciale. Ci aggiorniamo sui fatti calcistici delle nostre squadre ( Matt tifa Arsenal, Kevin Aston Villa ) e poi ci sediamo in un caffè a fare ancora due chiacchere. Due squadre che per i frequentatori ed appassionati del calcio inglese non hanno bisogno di presentazioni.
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