Fortunatamente per la Celeste, per il torneo di calcio alle Olimpiadi di Amsterdam 1928 il Sudamerica ha diritto a 3 posti, che vengono assegnati alle prime due classificate (Argentina, Uruguay), più un’altra squadra (Cile). La Celeste, che nel frattempo si è arricchita anche dell’estro della giovane ala José Pérez, impatta all’esordio 1-1 contro l’Argentina, ma poi si impone sul Brasile, infliggendo alla Seleção una pesante sconfitta, un perentorio 6-0. L’Uruguay non è ancora sazio e nella terza ed ultima partita supera per 2-1 i padroni di casa del Cile. Vi prendono parte le nazionali delle quattro federazioni all’epoca affiliate alla CONMEBOL, cioè Uruguay, Argentina, Brasile e Cile. Sconfigge quindi il Brasile 2-1 (gol di Gradín e di Tognola), per poi amministrare il vantaggio di 1 punto in classifica sull’Argentina (che aveva battuto i cileni, ma pareggiato coi brasiliani) con uno 0-0. Si tratta del primo grande successo della Celeste, oltretutto ottenuto in casa della grande rivale Argentina. La Celeste giunge all’ultima sfida con un punto in più dell’Argentina e le basta un pareggio per vincere il titolo: il match si chiude sullo 0-0 e l’Uruguay fa suo il quinto titolo continentale. Qui, il 9 giugno, la Celeste trova la Svizzera di Max Abegglen, ma anche qui si dimostra più forte: Petrone, Cea e Romano fissano il punteggio finale sul 3-0, che regala all’Uruguay la prima medaglia d’oro (e, in generale, la prima medaglia olimpica) della sua storia.
I transalpini sono tra i favoriti per l’oro, ma gli uruguaiani dimostrano di essere di tutt’altra pasta: Scarone, Petrone (autori di una doppietta ciascuno) e Romano fissano il punteggio su un nettissimo 5-1 per la Celeste. L’Argentina pareggia 12 minuti dopo con Higuaín e il punteggio non si sblocca dall’1-1 neppure ai tempi supplementari. Due anni dopo, nel 1919, la Celeste sfiora il terzo trionfo consecutivo in Brasile, ma viene superata dai padroni di casa nello spareggio, dopo ben 4 tempi supplementari. Il riscatto della Celeste arriva però ben presto. Velázquez in conferenza stampa ha parlato solo dei suoi princìpi, senza approfondire però la sua strategia. Fu però con l’avvento del Cosenza FC nel 1926 che si fece pressante l’esigenza di aver a disposizione uno stadio vero e proprio; su iniziativa del podestà Tommaso Arnoni, un terreno attiguo al campo Militare venne indirizzato alla costruzione dell’opera. L’Uruguay torna comunque nell’edizione 1926 in Cile, quando può contare sull’apporto di un altro grande della storia del calcio mondiale, Héctor Castro. Grande è, dunque, l’occasione per mostrare anche al mondo la classe dei giocatori uruguaiani.
Il successo continentale dà inoltre all’Uruguay il visto per giocare la sua prima grande rassegna del calcio mondiale, il torneo di calcio ai Giochi olimpici di Parigi 1924. Se a livello continentale la Celeste è all’epoca la massima potenza calcistica, nel resto del mondo, specie nella vecchia Europa, è pressoché sconosciuta. Quattro giorni dopo, agli ottavi, la Celeste batte anche gli Stati Uniti (3-0) e ottiene così il lasciapassare per i quarti, dove affronterà i padroni di casa della Francia. L’affidamento avrà una durata di quattro anni rinnovabili su richiesta dell’affidatario. È stata la prima ad aver organizzato e vinto un campionato mondiale di calcio, ha raggiunto per 3 altre volte la semifinale del mondiale (1954, 1970 e 2010) e in Coppa America ha ottenuto 6 secondi posti, 9 terzi posti e 5 quarti posti, per un totale di 35 piazzamenti nei primi quattro posti (uno in meno dell’Argentina) in 46 partecipazioni alla competizione (primato). La formula del torneo olimpico prevede un primo turno ad eliminazione diretta, poi ottavi, quarti di finale, semifinali e finali (per il bronzo e per l’oro). L’Uruguay dovrà giocare fin dal primo turno e viene abbinato alla Jugoslavia, una delle migliori selezioni europee del tempo.
L’esperto fantasista Fanucchi è invece incappato nei fulmini del giudice sportivo e dovrà limitarsi a fare il tifo dalla tribuna. Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la notizia dell’interruzione del rapporto tra la Germania e Adidas, un legame storico e ricco di divise rimaste nella mente dei tifosi (non solo tedeschi). Lo storico esordio della Celeste (guidata ora da Ernesto Fígoli) al torneo olimpico di calcio va in scena il 26 maggio allo stadio olimpico Yves du Manoir (meglio noto come «Colombes») di Parigi. El Manco sigla 6 gol nel torneo continentale e, insieme a Scarone (anch’egli autore di 6 gol), barcellona maglie 2025 guida la Celeste nella sua marcia inarrestabile: 4 vittorie in altrettante partite e sesto titolo sudamericano. La Celeste, passata ora sotto la guida di Ramón Platero, può contare sulla classe di Romano e dei fratelli Carlos ed Héctor Scarone e vince nettamente il torneo, battendo le avversarie (le solite di un anno prima) e chiudendo prima con 3 vittorie su 3 e 9 gol fatti contro nessuno subito. La Celeste, allenata da Leonardo De Lucca, si è nel frattempo arricchita di grandi campioni che la renderanno una delle nazionali più forti di sempre: Pedro Cea, Andrés Mazali, Pedro Petrone, José Nasazzi e José Leandro Andrade, unitamente al veterano Héctor Scarone.
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